di Stefano Bini
Classe 1977, Luca Bonfiglio ha dedicato 30 anni della sua vita all’Associazione Calcio Mi2 tra tornei, emozioni, pianti, spalate per la tanta neve e pochi rimpianti. In quest’intervista, a tratti commovente, percorre questi tre decenni, augurando alle nuove generazioni di portare avanti l’Associazione con il suo stesso entusiasmo.
Da che anno ti sei occupato del torneo dell’Associazione Calcio Milano2?
“Bella domanda, ero proprio un ragazzino e manco esisteva l’associazione! Preso seriamente in mano a fine anni ‘90 ma alle prime armi già a metà di quegli anni. Ho avuto un grande maestro come Bufano Luigi e tantissime figure importanti come i Tam, Quagliarella e Ghiretti che mi hanno dato fiducia fin dall’inizio e mi hanno tirato su cercando di tramandare una tradizione ormai di mezzo secolo.”
Hai qualche aneddoto? In positivo e in negativo.
“Aneddoti ci sono stati tanti ma prima che salissi io erano anche divertenti. Quelli negativi purtroppo ci sono stati e a volte mi hanno fatto tentennare se lasciare davvero la guida o rimanere ma poi guardavo sempre i lati positivi di questo torneo, la maggioranza della gente che ci dava il giusto rispetto che meritavamo. Tra quelli negativi, anche le lunghe squalifiche date per comportamenti davvero pessimi che mettevano in cattiva luce un campionato di famiglia. I lati positivi di questa mia avventura, in realtà è l’aver conosciuto tantissima gente del quartiere e non solo, di essere cresciuto con il giusto spirito di appartenenza al territorio in cui vivo e quando si arrivava alla festa di fine anno, dopo 48 ore di fatiche immense, vedere quei sorrisi faceva dimenticare ogni cosa e ti dava la forza per dire: “Facciamo un altro anno”. Un aneddoto è quello legato alle nevicate e al fatto che non potevamo mai rimandare nulla. Dopo una grossa nevicata, non hanno giocato in quasi tutta Milano (manco in Serie A) ma lo sforzo e le spalate che abbiamo fatto durante le sere precedenti al weekend sono servite per essere uno dei pochi tornei a giocare. Il Campo me lo ricorderò sempre, ultime spalate dalle 8.30 del mattino e campo pulito con tutta la neve attorno che faceva da barriera.”
C’è una persona o una squadra alle quali sei particolarmente legato?
“Le persone sono due: Luigi Bufano e Luciano Rossi che hanno saputo darmi tanto sul piano emotivo, ma anche tutti i miei ragazzi del Comitato Organizzativo che non dimenticherò mai perché mi hanno insegnato tanto anche se più giovani di me. Per le squadre, sono e sarò sempre legato alle mie tre: La Padana che mi ha fatto esordire in porta, i Crociati con cui ho giocato quasi tutta la vita calcistica di Milano 2 e alla New Team che mi ha regalato altre emozionanti vittorie.”
Perché hai lasciato il ruolo dei Deus ex machina?
“Non abitando più a Milano 2 da tanti anni e con “un piccolo me” che iniziava a inoltrarsi nel mondo della scuola e del calcio, ho avuto sempre meno tempo per l’associazione. Fino all’anno scorso, ho tentato di tenermi aggrappato ma ero davvero stanco. In più, ho deciso di vivere il mio nuovo territorio con mio figlio, di essere più presente per lui e per mia moglie che poveretta ha dovuto sopportare più di un decennio di weekend che ero più al campo che a casa. Una scelta comunque difficile e chi era vicino a me ha visto la mia tristezza nel dire e capire che era giunto il momento di chiudere.”
Chi sta curando ora questo importante torneo, che per i fine settimana di Milano2 è un must?
“L’Associazione ora vede tre persone che fanno parte del calcio giocato di Milano 2 e sono Cinolo Charlie come Presidente, Massimiliano Ferla come Vice Presidente e Alessio Bianchi Crema come Consigliere/Tesoriere. A loro tre auguro di portare avanti con amore quanto è stato fatto in questi 50 anni e di non lasciare morire una tradizione così unica e rara.”
Famiglia, lavoro, impegni ma immaginiamo che il sabato e la domenica un pezzo del tuo cuore sia al campo Raimondo Vianello.
“Diciamo che adesso mi sto riposando dopo tantissimi anni, ma quel campetto, quel posto, i ragazzi e gli amici del Comitato sono e saranno sempre nel mio cuore, un pezzo importante per un ragazzino che aveva pochi amici. Una pozione magica che mi ha svoltato la vita e fatto crescere vedendo il mondo da un altro punto di vista.”